C’era una volta… quanto spesso abbiamo udito queste dolci parole, premessa al racconto di una meravigliosa avventura?
Un incipit magico, conosciuto da tutti noi, grandi e piccini, che con semplicità estrema ci catapulta in una dimensione in cui tutto è possibile, le regole arbitrarie del mondo in cui viviamo sono solo un ricordo, e così nessuno protesta se una fanciulla dorme per cent’anni o un ragazzo riesce a sfilare una spada – che mai si era mossa fino ad allora – da una roccia.
È infatti tale la magia delle fiabe, quei racconti antichissimi che accompagnano ogni generazione ma sempre in modo diverso, adattandosi e inserendosi in quel patrimonio culturale di cui tanto spesso sentiamo parlare.
Non tutti sanno, però, qual è la differenza che intercorre tra favole e fiabe.
Ebbene: le favole vedono come protagonisti esclusivi gli animali, contengono una morale che vuole impartire un insegnamento o un monito, e hanno quasi sempre un autore certo (vedi Esopo e Fedro). La fiaba, dall’altra parte, non ha un autore ben definito poiché possiede origini popolari e antichissime, è quindi figlia della storia, inoltre non contiene una morale ma contiene in sé quell’elemento fantastico che rende plausibili magie, maledizioni e molto altro.
È a questo mondo, quello delle fiabe, che si appassiona Paolo Battistel, docente universitario ed esperto di fiabe e mitologia precristiana. Nel suo libro L’arcolaio delle fiabe – Il femminile e la trasfigurazione nei racconti popolari (Oligo Editore, 2023), il professor Battistel ci tiene a specificare che “ciò che noi ci troviamo oggi a definire fiaba […] sorse migliaia di anni fa da un’ampia varietà di minuscole storie che si trovavano a contagiarsi a vicenda modificando, in un caleidoscopico divenire, la loro forma e il loro tracciato”.
Ma in un argomento così ampio, complesso e diffuso come la fiaba, bisogna innanzitutto decidere quale versione di esse sia eleggibile per fare da base alla propria analisi: la scelta ricade sulla versione curata da due fratelli tedeschi che vissero tra fine Settecento e metà Ottocento, conosciutissimi per la loro raccolta, Wilhelm e Jacob Grimm.
È con queste premesse che Battistel ci prende per mano e ci accompagna nell’analisi delle figure femminili e delle trasfigurazioni più ricorrenti e/o interessanti nelle fiabe, svelandoci le loro origini, i significati nascosti e la complessità che si cela dietro a quello che potrebbe parerci il più piccolo e insignificante dei dettagli; ci fa così osservare le fiabe sotto una nuova luce, sicuramente più interessante e completa, che ci fa venire voglia di riprendere in mano quelle storie che possono sembrare infantili e invece sono tutt’altro.
Dunque, se anche voi avete voglia di (ri)tuffarvi in questo “antico mondo contemporaneo”, non dovete far altro che recarvi al nostro Aperilibro versione pro venerdì 21 giugno in Porta Palio (Stradone Porta Palio, 37138 Verona) alle ore 21:20 (anche se vi consigliamo di arrivare prima: chi già si è imbattuto, sui social, nel nostro evento, ha capito!), per una serata decisamente da favola.. anzi: da fiaba!